Chiedi alla vita ciò che ti manca con fiducia e lo otterrai

WhatsApp-Image-2018-09-30-at-09.30.07-776x310Quel giorno ebbi coscienza per la prima volta che la vita può essere generosa. […] Nei momenti più duri della mia vita, quando mi sembrava che si chiudessero tutte le porte, il sapore di quelle albicocche mi torna in bocca per consolarmi con l’idea che l’abbondanza è a portata di mano, se la si sa cercare.”
(Isabel Allende)

Mi capita spesso di sentire i miei pazienti lamentarsi per le cose che la vita non può più offrire loro.

C’è chi dice di essere ormai vecchio, chi sostiene che l’amore è sempre più scarso, chi non ha abbastanza soldi, denaro molti invece si lamentano perché a mancargli è il tempo.

Nell’era dello spreco e del consumismo più sfrenato, si è creata una vera e propria cultura della mancanza. Tendiamo sempre a sottolineare ciò che ci manca e che potremmo avere se solo avessimo più tempo, più denaro, più salute, più bellezza, più coraggio.

Rare sono le persone che notano e sottolineano l’abbondanza che c’è nella loro vita, sul piano materiale, affettivo o della salute.

Questa miopia è all’origine di  molti conflitti e rivela una scarsa conoscenza delle leggi energetiche che governano la materia, la vita e l’energia.

La convinzione che la vita sia scarsa: d’amore, di ricchezza, di gioia, di sessualità, d’intimità e di passione e che c’è da lottare, faticare o accontentarci, crea una rete di tensioni nel corpo e una sottile cappa di grigiore e delusione che ci avvolge filtrando l’esperienza del momento e leggendola con gli occhi spenti del passato. Anche temporanee soddisfazioni e conquiste non scalzano mai questa radicata convinzione che l’abbondanza non è possibile. O che non la meritiamo.

Questo alone che ci avvolge non permette di aprirci veramente alla vita, ma soprattutto ci rende miopi rispetto alle innumerevoli possibilità che ci circondano.

Vedere sempre ciò che manca distoglie la nostra attenzione da ciò che c’è.

Diventando consapevoli di questa cappa e dei suoi effetti e della fondamentale falsità delle sue premesse, liberiamo la nostra gioia di vivere e la capacità concreta di manifestare abbondanza e prosperità nella nostra vita

Quello che accade spesso è che In realtà non è la vita ad essere scarsa di opportunità per noi, ma siamo noi ad autoboicottarci.

Se da una parte, desideriamo attirare nella nostra vita più abbondanza, se vogliamo più amore, più salute, più tempo, più soldi, più intimità unaltra parte di noi  ne ha paura, perché spesso sono le possibilità a spaventarci più che le impossibilità.

Se qualcosa è possibile infatti sta solo a me mettermi in gioco per ottenerlo senza più potermi nascondere dietro falsi alibi.

Vedere le possibilità ci restituisce la responsabilità sulla nostra vita…. ci dice che la nostra felicità o infelicità dipende solo da noi

Il nostro  atteggiamento ambivalente invece attira nella nostra vita esattamente ciò che crediamo: cioè la mancanza diventa realtà.

Se penso che l’amore scarseggia faticherò a trovare un partner, se credo di avere poco tempo faticherò a ritagliare spazi per me. Se penso che c’è poco lavoro, faticherò a trovarne uno.

Ho conosciuto molte persone che partendo da una reale situazione di mancanza (di soldi, di amore, di tempo, perfino di salute) si sono costruite una vita piena e felice. Hanno creduto nell’abbondanza della vita e nella forza creativa della loro mente e del loro essere.

Non si sono arresi alle convinzioni negative proprie o degli altri. Esiste in ognuno di noi, un potere creativo in grado di giocare con l’energia della materia, e della vita di cambiare in modo decisivo le circostanze avverse.

L’esperienza non è ciò che ci accade, è ciò che facciamo con ciò che ci accade.

Stefania Colombo

 

NON DOVETE PIU’ AZZARDARVI A DIRE:”NON POSSO FARCELA”

Può darsi che ognuno di  noi abbia dei talenti naturali, ma, indipendentemente da quanto siamo dotati, il talento ci lascia a piedi se non sviluppiamo le nostre abilità. Le abilità si acquisiscono, non sono innate come il talento e si sviluppano grazie all’utilizzo e all’esercizio continuo.
Il talento è sostenuto dalle nostre abilità, di per sé vale ben poco.

Se non ci lavoriamo su, non saremo mai capaci di esprimere tutto il nostro potenziale nel modo in cui vogliamo.

Non dobbiamo più azzardarci a dire: “Non posso farcela”.

In questo modo costruiamo un muro interno fra noi e i nostri talenti. Fra noi e la nostra possibilità di riuscire ad esprimere pienamente il nostro essere.

Ogni volta che ci diciamo: “ non posso farcela’’ ci costringiamo dentro una forma piccola, blocchiamo la nostra energia.

Credere che non abbiamo possibilità o peggio ancora abilità o credere che non siamo fortunati è un buon modo per non prenderci la responsabilità dei nostri insuccessi ma è anche un buon modo per rinunciare alla possibilità di un successo.

Nascondersi in un angolo e ignorare le nostre aspirazioni, i nostri talenti, i nostri sogni e i nostri desideri più profondi è sicuramente un modo più sicuro per affrontare la vita che non ci espone a rischi.

Dire “ non ce la faccio” non è sempre una forma di umiltà e accettazione, purtroppo spesso è un alibi per non provarci nemmeno.

Sentire di poter fare di più non è un sentimento di superiorità , è dire sì al nostro potere personale.

Ricorrere al proprio potere personale non significa fare tutto quello che ci passa per la testa ma essere liberi di vivere pienamente le proprie emozioni e sensazioni, di scegliere in autonomia quello che desideriamo essere, ma soprattutto di provare ad essere felici. Significa credere che siamo responsabili della nostra sofferenza, ma anche della nostra felicità che il nostro futuro dipende da noi.

Per realizzare i propri obiettivi molto spesso (ed inizialmente sempre) è necessario uscire dalla propria comfort zone.

La nostra confort zone è delimitata da quelli che noi pensiamo essere i nostri limiti,

I limiti possono essere autoimposti o possono essere limiti che gli altri ci pongono. Ciò nonostante tali limiti funzionano solo se noi ci crediamo.

Ogni volta che ci diciamo: “Non ce la posso fare, non sono capace” stiamo rafforzando un limite della nostra comfort zone, ci stiamo chiudendo dentro ad un’aria di sicurezza ma anche di non crescita.

Pertanto l’invito è quello di non aver paura di andare oltre, di provarci anche quando pensiamo di non farcela, di lavorare sodo per raggiungere i nostri obiettivi. Il cambiamento nasce da un atto volontario, nasce dal coraggio di andare oltre le nostre paure

Stefania Colombo