La paura è più virale del Coronavirus.

“Le persone si dividono in tre categorie: quelli che vedono, quelli che vedono solo se gli si indica, quelli che non vedono nemmeno se gli si indica.” (Leonardo Da Vinci)

In questi giorni mi sono spesso interrogata su come la nostra mente influenzi le nostre azioni, e su come le nostre menti possono essere a loro volta influenzate e influenzabili.
Ho riflettuto su come la paura ci renda meno liberi e meno lucidi. Ho osservato come la paura si possa diffondere velocemente, insinuando dubbi, confondendo ed arrivando persino a toglierci la capacità di formulare semplici pensieri logici. La paura ci fa compiere azioni assurde come svaligiare supermercati, barricarci in casa e cospargerci di alcool.

Ho osservato come, la paura di morire, ci faccia smettere di vivere. Ho osservato come, nella nostra società, il potere mediatico sia persino più importante di quelli legislativo esecutivo e giudiziario, e di come tale potere venga utilizzato per diffondere paura, anziché informazione.

Questa settimana ho osservato a lungo ed ora voglio dirvi quale sia la mia riflessione. Non scrivo perché la mia riflessione possa essere la vostra verità, scrivo per invitare tutti voi ad avere una vostra riflessione su ciò che sta accadendo.

Viviamo in luoghi malati e ci ammaliamo (e non sto parlando dell’aria di Milano), ma di società nella quali la paura diviene il mezzo per esercitare un potere, una manipolazione, un controllo.
Una società che sfrutta il fatto che, per l’essere umano, spesso, la sicurezza sia più importante della propria libertà. Così accettiamo di buon grado una limitazione della libertà di fronte ad un’emergenza per la nostra vita. Più la massa è impaurita, più saranno gestibili le sue reazioni istintive e più saranno applicabili azioni restrittive in nome della sicurezza generale.
E diremo anche “grazie”.

VIVIAMO IN SOCIETÀ CHE SCELGONO DI NON ABBASSARE IL LIVELLO DI PAURA.

Viviamo in società che scelgono di non abbassare il livello di paura, promuovendo un massiccio bombardamento di notizie, che diffondono un senso comune di insicurezza. Anche quando riconosciamo di vivere in un paese in cui c’è una certa diffusione del benessere, dobbiamo sempre temere per qualcosa e dobbiamo sempre percepire costantemente una situazione di minaccia: precarietà finanziaria, virus, criminalità, aggressioni, stupri fino al terrorismo e alla guerra.
Viviamo in un paese che divide le masse utilizzando la paura, mettendo gli uni contro gli altri: ammalati/ sani – vecchi/giovani – comunitari/ extracomunitari – donne/uomini…

La psicologia insegna che, nella dinamica manipolatore e manipolato, persecutore e vittima, chi è nella posizione down non è comunque passivo, non è privo di responsabilità.
Pertanto, se non vogliamo avere dei carnefici non facciamoci vittime, se non vogliamo essere manipolati non rendiamoci manipolabili.
Smettiamo di attribuire sempre a qualcun altro i nostri malesseri, smettiamo di avere paura, delle aggressioni, degli extracomunitari, della disoccupazione, della povertà, delle malattie e persino della morte: perché tutto questo è la vita.

SMETTIAMO DI AVER PAURA DELLA VITA.

 

“A tu per tu con la paura.”

“La paura è l’emozione più difficile da gestire. Il dolore si piange, la rabbia si urla,
ma la paura si aggrappa silenziosamente al cuore.”
Gregory David Roberts

Esiste un’idea generale piuttosto diffusa riguardo la paura, che la vede come qualcosa di negativo, che si deve evitare o superare. O almeno, questo è stato il mio punto di vista per anni. In particolare mi sono sempre sfidata per ciò che riguarda le mie paure: le dovevo a tutti i costi superare. Ma con il tempo mi sono accorta che questo “buttarmi per andare oltre la paura“ era anche un modo per non sentirla fino in fondo, non darle spazio, non toccare la mia fragilità. Nel mio percorso di terapia personale prima e nel mio essere terapeuta poi, sto imparando ad incontrare veramente le mie paure come un percorso che si fonda sull’imparare ad avvicinarmi ad esse con amore e compassione, un processo di accettazione e perciò di risanamento. Ho sempre saputo che molto di ciò che m’impediva di vivere una vita appagante, risiedeva nelle mie paure, ma non ho mai capito, né sentito, che finché non le avessi esplorate profondamente e accettate non le avrei mai integrate.

Nel libro “A tu per tu con la paura.” di Krishanananda e Amana, gli autori affermano che possiamo scegliere se vivere nella giungla o nel giardino. Nella giungla siamo sopraffatti e viviamo assecondando valori di lotta, competizione, successo o fallimento, immagine e rendimento, e troviamo persone che vivono secondo una gerarchia basata sul fascino e sul potere e la sensazione predominante è quella di scarsità di paura e di continua lotta per la sopravvivenza. Nella giungla ci viene insegnato a spingerci oltre la nostra paura, a non sentirla e questo atteggiamento ci forza a compensare la nostra vulnerabilità e ad evitare la fragilità altrimenti soccombiamo. Nel giardino il mondo è un posto dove c’è spazio. E’ un mondo dove c’è la possibilità di esprimersi per chiunque. E’ un mondo di accettazione di ciò che siamo e di dove ci troviamo in cui, il supportarsi a vicenda, è un valore che ci aiuta ad imparare ad amare noi stessi e ci sostiene per accrescere le nostre doti e risorse personali. E’ un mondo dove l’altro non è una minaccia, ma una risorsa ed un appoggio.

Quindi vi consiglio, se avete voglia di riflettere un po’ sulla vostre paure e comprendere da dove arrivano, la lettura di questo libro che descrive un viaggio per uscire dal dominio della paura stessa, verso la possibilità di amarsi e quindi amare.
La paura è un sentimento umano onnipresente che spesso cerchiamo di negare o allontanare ma, per quanto cerchiamo di ignorarla, superarla, rimuoverla o nasconderla, essa esercita un effetto potente e rimane una forza nascosta che può causare ansia cronica, sabotare la nostra creatività, renderci rigidi, sospettosi, ossessionati dalle sicurezze, e può annullare i nostri sforzi di trovare l’amore.
Se invece facciamo amicizia con la paura, portandola allo scoperto ed esplorandola, essa può diventare una forza di trasformazione, aprendo in noi un abisso di vulnerabilità e autoaccettazione.

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“A tu per tu con la paura.“
Vincere le proprie paure per imparare ad amare.
Autori: Amana, Krishnananda.